sabato 28 aprile 2012


   da Letture 

Notte raminga e fuggitiva lanciata veloce lungo le strade d'Emilia a spolmonare quel che ho dentro, 
notte solitaria e vagabonda a pensierareinauto verso la prateria, lasciare che le storie riempiano la testa che così poi si riposa, come sulle piazze a spiare la gente che passeggia e fa salotto e guarda in aria, tante fantasie una sopra e sotto all'altra, però non s'affatica nulla.
Correre allora, la macchina va dove vuole, svolta su e giù dalla via Emilia incontro alle colline e alle montagne oppure verso i fiumi e le bonifiche e i canneti. Poi tra Reggio e Parma lasciare andare il tiramento di testa e provare a indovinare il numero dei bar.....
Lungo la via Emilia ne incontro le indicazioni luminose e intermittenti, 
i parcheggi ampi e infine le strutture di cemento e neon violacei e spot arancioni e grandifari allo iodio che alzano dritti e oscillano avanti e indietro così che i coni di luce si intrecciano alti nel cielo........

Poi succeda quel che vuole ! Bell'affare ! 
Il vantaggio di eccitarsi in fin dei conti solo su delle reminiscenze...
puoi possederle le reminiscenze, puoi comperarne di belle e di splendide una volta per tutte di reminiscenze...La vita è più complicata, quella delle forme umane specialmente.
Un'avventura paurosa. 
Non c'è niente di più disperato. 
A confronto di questo vizio delle forme perfette, la cocaina non è che un passatempo per capistazione.
Ma torniamo alla nostra Sophie ! La sua sola presenza sembrava un'audacia nella nostra casa musona, spaurita e losca....Ignorava ancora la somma dei nostri oziosi abbandoni Sophie ! 
Una banda di falliti ! Noi l'ammiravamo, viva accanto a noi, al suo solo alzarsi, semplicemente, venire al nostro tavolo, ripartirsene ancora.... 
Ci mandava in estasi..... E ogni volta che lei faceva quei gesti così semplici, noi ne provavamo sorpresa e gioia. 
Facevamo come dei progressi in poesia solo con l'ammirare il suo essere tanto bella e tanto più incosciente di noi. 
Il ritmo della sua vita scaturiva da altre sorgenti che non le nostre....Striscianti per sempre le nostre, invidiose.
Questa forza allegra, precisa e dolce insieme che l'animava dai capelli alle caviglie ci veniva a turbare, ci inquietava in un modo incantevole,
ma ci inquietava, è la parola.


giovedì 26 aprile 2012


                           Irochese

  illuminare a vuoto 
           una speranza a fuoco

   un glifo a segno
sparato a bocca 



              

lunedì 9 aprile 2012



   Note Invernali


VII - 22 febbraio 2012


-  ehi, come te la passi ?

che ne hai fatto dell'inverno,

di questo inverno sprofondo siberiano,

che ne hai fatto del tuo tempo in digitale, in dolby surround,

sul vecchio orologio pulsano ancora le lancette in senso orario.

e che ne hai fatto del tuo compito,

dei tuoi talenti, del tuo destino,

del bambino che eri,


un giorno tutto questo

non sarà più

e non sarà più tuo.


-  Ho transitato, a volte invano

e tuttora mi trascino

un vento di me più grande di me,

biascico nomi avverbi residui annodati alle viti

a volte con buone parole, come ingenuo è fiorire,

e mi perdo, come insonne è morire,

per poi ritrovarmi e perdermi ancora

senza più lacrime assorto

in un silenzio di pietra,

leccandomi le ferite fino a raschiarle via

la lingua di sale saldata sul ghiaccio

come un b-movie americano

e ti dirò, ti dirò di più,

ti dirò di umano,

ti dirò di più umano di quel che sono una bugia,

una confidenza,

una confessione da tenere stretta tra le dita a voce piena,

a voce conserta,

una mano amica, l'amante che,

il calore vivo del suo corpo amore

in un attimo mi avrebbero rimesso al mondo,

in questo in quello

in ogni dove mondo

in ogni mondo dove.


  Ma sono favole di strada che racconti, che racconto

buoni melò per il cinematografo, per i romanzi rosa, d'appendice,

e tutto resta relativo

inchiodato alle cose di prima, di prima, di prima

una pletora di motivi suona per me

questa campana amara

come un plotone di esecuzione

e suona ancora e ancora -

cavalca la tua gran torino,

il viale del massacro pasce sulla fame

il tuo bisogno di amore

senza più voce


e tutto resta relativo

inchiodato alle cose di prima, di prima, di prima