venerdì 22 luglio 2011


 E' Tutto qui quello che sai dire ?
Tutto qui, tutto qui, tutto qui,
e non c'è altro.
Mi allunghi l'ultima sigaretta 
e la tua graziosa mano non mi porge una carezza,
stringe la mia per un istante, o forse sogno ?
e solo per dirgli addio ? , ricordo

Tutto qui ed è una catastrofe.
Tutto qui e di tutto, non rimane niente.

Niente era iniziato ed è tutto finito ?

Tutto qui
          e di tutto non rimane niente
 di me

martedì 19 luglio 2011

GOD BLESS BE-LOVED HEROIN                    
                                                                                             
E' tutto un pieno di vuoti
che l'anima è sgombra

è tutto un pieno,
è tutto un bianco,

è un pieno, 
è un bianco,

è tutto

domenica 17 luglio 2011

A  MAJAKOVSKIJ

Tutti i poeti devono morire,     
       tutti i poeti devono morire

                                        per poi rinascere nuvole in calzoni
   e_stendere dal cielo
                                                 a questa terra
l'utopia del proprio canto,

                               quel qualcosa di danzante
                                     che rimane nell'aria.

Tu,  Majakovskij,
                             prodigio immenso,

conato ad esser voce dell'utopia del folle tuo

                                                                              innamorato canto,

tu, Vladimiro,
                         non aspettasti invano l'arrivo di Godot
e nudo come un proiettile
                                             fucilasti all'Universo
il tuo canto di vertebre
                                       a lei di questo,
                                                                 del tuo amore perso

                       quel qualcosa di danzante
                             che rimane nell'aria


mercoledì 13 luglio 2011

DA UN SOGNO


Mia cugina, 
           che era anche la mia amante segreta 

scriveva poesie bellissime nei miei sogni

  datate tempo addietro.

Aveva appeso un chiodo nel cuore di un quadro 

     che pendeva al muro
                         per tappare una falla
  
     e insieme ne ridevamo nel letto

sabato 9 luglio 2011

Prodromi
Lo zen, le derive 
e l'arte di preparare il sushi

Inspiegabili maestri arrivano nelle sembianze dei più
insospettabili sospetti, non sono i soliti, anche se sono certi.
Ci accompagnano, seguono le nostre derive 
con la postura di un kilimangiaro imponente 
nella sua rocciosa presenza e innevati alle sorgenti.
Poi sulle strade parco ci consegnano a incontri mille notti sognati 
e che quando vengono a nozze si tramutano in incubi a cielo aperto,
matrimoni divenuti funerali. 
Intanto gli ingredienti disposti sulla tavola, il wasabi, 
colla alchemica che trasduce una moltitudine arcaica di essenze, 
le foglie d'alga verde temprato dei boschi di mare che attinge 
la metafisica dei costumi all'oriente tiene in piedi i bastimenti, 
lega ciò che è fragile.
Lingue che si intrecciano, diademi di idiomi che si intrecciano,
il riso gohan, ciò che è prima a bollire e poi il corpo ciò
che è la consistenza del cuore, rollato, impreziosito da fibre di
polpa di granchio, spuntoni filati lisci di avocado per tenere i
sapori all'unisono vibranti, 
le fila di cetriolo che puntano i recettori della lingua, 
tuorli d'uovo ripetutamente sbattuti in mondi a strati come di cipolla
fino a finire in padella,
e poi salmoni, tonni affumicati,
approfonditi sui manata taglieri con sicurezza e saggezza 
da imparate improvvisazioni,
salse di soia e maionese nelle varie declinazioni dell'essere,
manifestazioni di cui si fa esperienza, di cui ci si prende cura,
disfacendole nutrendosi.

Sgombrare le possibilità, 
apparecchiarle al massimo delle esplosioni delle essenze, 
qui predicate sul campo di battaglia di un piatto trasdotto nei secoli,
che ogni misura colma ed evade,
che tiene a nudo sul muro nero che è il passare inesorabile dei giorni, 
clemenza della corte 
e noi qui ci beviamo insieme un crodino, 
perchè pur sempre siamo noi qui per sempre a divenire